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Una storia antica, che si rinnova

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Sapere precisamente quando sia stata costruita l’abitazione che ospita al furen sarebbe una grande impresa… ma ci si può andar vicini.

Dal Catasto del Regno Lombardo Veneto (mappa e allegati del comune censuario di Forcola) rileviamo che già nel 1835 l’area in questione era occupata da una una

casa d’abitazione da massaro con corte – alla Sirta

ASMI, Catasto Lombardo Veneto, censo stabile, sommarione del comune censuario di Forcola, 1830
mappa catasto lombardo-veneto

appartenente ai sig.ri Branchini Giacomo, Pietro, Giuseppe e Simone tutti figli di Simone.

Ma a permettere una datazione più antica è il crotto o casello del latte annesso alla costruzione ed indicato in mappa. Questo accessorio segue le sorti dell’edificio principale fino ai giorni nostri e, sull’architrave dell’ingresso, reca inciso l’anno 1560 permettendo così almeno di ipotizzare l’origine degli edifici come più antica di oltre 150 anni rispetto al censimento.

Probabilmente i fratelli Branchini con l’andare del tempo decisero di indicare l’edificio come due entità catastali diverse poiché, già con il censimento del 1850, lo troviamo indicato con due diversi numeri di mappa:

Sappiamo però che nel , data in cui avviene il passaggio di proprietà alla famiglia attuale, l’edificio torna ad essere unito, almeno catastalmente. Varie modifiche e adattamenti si sono susseguiti ad opera soprattutto di Felice che insieme alla moglie Irene vivranno intensamente la loro casa tanto da insediarvi un’osteria al piano terreno.

Se “sulla carta” risulta dunque un’unica costruzione, i lavori della recente ristrutturazione hanno però rilevato come al centro dell’edificio si possano ancora individuare i resti degli antichi muri in pietra che dividevano i due corpi di fabbrica originari: spessi muri in pietra ricoperti in calce, talvolta isolati in modo rudimentale con foglie e fieno.

Se i materiali isolanti e le finiture nel tempo sono cambiate fino ad arrivare alla recente ristrutturazione, nel cuore dell’edificio sono ancora presenti quelle pietre, quelle travi e quei materiali silenziosi testimoni di uno degli edifici più antichi di tutto il paese.